Per narrare brevemente le dinamiche che nei millenni hanno interessato la Valsaviore è spesso necessario ampliare l’ottica di osservazione all’intero territorio camuno.
Preistoria
La presenza umana è attestata fin dall’epoca preistorica grazie alla scoperta di incisioni rupestri e di complessi sacrali, come dimostrano le strutture megalitiche lungo il Sentiero Etrusco Celtico.
Medioevo
Del Medioevo in Valsaviore si hanno poche e frammentarie informazioni. L’inizio di questo lungo periodo coincise con l’introduzione del Cristianesimo che iniziò ad imporre fin da subito il lento e non sempre facile processo di rimozione degli antichi luoghi e culti pagani. Si hanno anche notizie circa la presenza di roccaforti, la più famosa fu il Castello Merlino a Saviore dell’Adamello.
Storia moderna
Nella la prima parte del XV secolo Venezia e Milano (con i Visconti) si contesero a lungo la Valle Camonica, che infine passò sotto il controllo della Serenissima fino al 1797. In questo lungo periodo, conosciuto come Pax Veneta, i borghi di Saviore, Valle e Cevo raggiunsero benessere grazie soprattutto alla presenza di famiglie nobili insediate dal governo della Serenissima per controllare il commercio del legname ed il transito di truppe dal Passo di Campo. In questo periodo a Valle nacque l’illustre matematico Bernardino Zendrini, autore del progetto per la costruzione dei Murazzi di Venezia e di opere di regimentazione idraulica in diverse città italiane.
Storia contemporanea
L’Ottocento fu un periodo molto complesso in cui la Valsaviore passerà prima sotto il controllo francese e poi sotto quello austriaco. Solo nel 1861 la Valle Camonica venne annessa al Regno d’Italia.
Nel 1915 con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale le vette della Valsaviore e dell’Adamello, confinanti con l’Impero Austro-Ungarico, furono teatro della Guerra Bianca. Il secondo conflitto mondiale fu uno dei momenti più difficili e cruenti. Tra l’armistizio dell’8 settembre 1943 e il 1945 in Val Camonica agirono diversi gruppi partigiani. In Valsaviore la Resistenza venne condotta dalla 54° Brigata Garibaldi e vi trovò terreno fertile sia per la sua radicata tradizione socialista sia per la conformazione del territorio che permetteva una miglior organizzazione della guerriglia. Le già stremate comunità divennero soggette a sofferenze, deportazioni nei campi di concentramento e morti. Uno degli avvenimenti che più segnarono la storia di questa vallata fu l’incendio del paese di Cevo avvenuto il 3 luglio 1944 per rappresaglia contro i partigiani da parte dei fascisti. Ancora oggi, a quasi settant’anni di distanza, in tale data si celebra la commemorazione.
Per i sacrifici della sua popolazione e per la sua attività nella lotta partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale il Comune di Cevo è insignito della “Medaglia di Bronzo al Valor Militare” ed è una tra le Città decorate al “Valor Militare per la Guerra di Liberazione“. Sempre a Cevo per evitare che i valori della resistenza cadano nell’oblio e per rendere omaggio al pesante sacrificio subito da queste comunità è in fase di realizzazione il “Museo della Resistenza”.