L’arco alpino è ancora oggi un luogo ricco di antiche tradizioni derivanti dal paganesimo pre-cristiano e anche in Valsaviore sono presenti miti che narrano di figure pagane e mitologiche.
Divinità legate alla natura ed agli animali con aspetto ibrido tra bestie e uomo sopravvissero anche in seguito all’invasione dei Romani (avvenuta nel 16 a. C.), i quali si dimostrarono tolleranti ed aperti nei confronti dei culti preesistenti.
Solamente con la cristianizzazione, che in Valle Camonica avvenne intorno al IV-V secolo, iniziò un millenario e non sempre efficace processo di soppressione e conversione delle preesistenti divinità, che raggiunse l’apice con il Concilio di Trento (1545-1563), in cui vennero condannate e duramente soppresse tali usanze. In questa fase la Valle Camonica vide protagonista San Carlo Borromeo, il quale distrusse molti luoghi di culto pagani. E’ importante ricordare che in quei secoli in Valle si consumò una delle più feroci persecuzioni delle streghe d’Italia.
Nonostante ciò sono giunti fino ai giorni nostri alcuni esempi di antichissimi miti popolari che narrano di esseri immaginari, sovrannaturali e demonizzati. Tra essi spicca sicuramente il Badalisc: il “mostro” che vive nascosto nei boschi di Andrista.