Con la messa in funzione del Centro di tutela della razza autoctona “Capra Bionda dell’Adamello” ci si prefigge di:
- Salvaguardare una razza autoctona altrimenti in via di estinzione;
- Mantenere delle tradizioni legate alla zootecnia e ai prodotti tipici (in particolar modo il “Fatulì”);
- Recuperare il territorio pastorale, altrimenti abbandonato;
- Creare opportunità occupazionali;
- Valorizzare e promuovere il territorio della Valsaviore stessa e della Valcamonica in generale;
- Incrementare la Produzione Lorda Vendibile (PLV) delle Aziende coinvolte.L’obiettivo primario è quindi quello di impedire l’estinzione di una razza autoctona del territorio azzerando, di fatto, in questo modo un comparto di nicchia ma significativo per l’economia della Valsaviore e producendo un danno incalcolabile all’ecosistema locale. Attualmente i capi di razza pura non superano le 700 unità, l’obiettivo di ripopolamento seguendo la purezza della razza è quello di arrivare al 2016 a mappare almeno 1000 capi di razza pura. Per quanto riguarda i derivati, sempre nel medio periodo, si intende incrementarne il mercato fino ad ottenere un aumento dei prodotti presenti sul mercato pari al 25% rispetto alla base attuale. Infine per ciò che concerne l’occupazione, ci si propone l’obiettivo di impegnare nella gestione del centro almeno due soggetti svantaggiati. Esiste anche un obiettivo indiretto, ovvero quello di aumentare l’immagine del prodotto e favorire quindi il mercato da parte dei singoli produttori, spingendo in direzione della nascita di nuovi allevamenti.
INNOVAZIONE DEL MODELLO
- Il presente progetto mira alla creazione di un’esperienza emblematica anche dal punto di vista dell’impostazione. Nello specifico l’idea progettuale è quella di salvare una risorsa fondamentale dell’ecosistema locale con un’azione che generi economia e utili in forma duratura. Una prospettiva assolutamente differente rispetto al passato e alle azioni delle comunità locali. Spesso infatti gli interventi di tutela di elementi specifici dell’ambiente naturale comportano costi che difficilmente riescono a generare reddito. In questo caso, invece, il valore aggiunto è rappresentato dal tentativo di salvaguardare l’elemento critico dando una grande opportunità di sviluppo economico ad un microterritorio montano. Declinando questo concetto nella pratica non si tratta di “parcheggiare” i capi in un luogo comune per garantire l’integrità della specie, bensì di sviluppare una nuova modalità di allevamento capace di guardare come obiettivo primario alla purezza del capo (ecco perché le sezioni di ricerca e didattica del centro), che significa conseguentemente altissima qualità e unicità del prodotto derivato. Proprio per questo il progetto specifico si inquadra all’interno di un percorso ben più ampio che ha portato la Vallecamonica e la Valsaviore a proteggere il prodotto derivato con una serie di azioni più che significative:
- Il formaggio “fatulì” è un prodotto riconosciuto dalla rete Slow Food attraverso i propri presidi. Il riconoscimento è arrivato nel 2010 grazie a un lungo percorso condotto dal Parco dell’Adamello e dalla Comunità Montana di Vallecamonica che ha permesso di stendere un disciplinare di produzione all’interno del quale devono attenersi tutti gli allevatori/produttori.
- l’apposizione del marchio Deco, da parte di alcuni comuni della Valsaviore.
- Il riconoscimento di “prodotto tradizionale” da parte della Regione Lombardia
- L’inserimento da parte dell’Unione Europea della capra bionda dell’Adamello nella lista delle specie in via di estinzione.
- L’attivazione in seno all’Associazione provinciale allevatori del registro anagrafico della Capra bionda dell’Adamello dove vengono registrare tutte le variazioni anagrafiche comunicate obbligatoriamente dagli allevamenti.
- L’organizzazione della rassegna zootecnica specializzata sulla capra bionda dell’Adamello al centro intervallivo di Edolo (ogni primavera).
- La nascita dell’associazione di allevatori “Capra bionda dell’Adamello” che a sua volta organizza una rassegna zootecnica locale in Valsaviore.
