La capra “Bionda dell’Adamello” – razza autoctona presente in forma significativa soltanto nell’ecosistema locale della Valsaviore – è una specie ad alto rischio di estinzione. Questo rischio deriva dal progressivo imbastardimento della razza negli allevamenti montani, motivato dalla scarsa produzione di latte dei capi autoctoni (la capra bionda produce circa il 40 per cento di latte in meno rispetto ad altre specie di capre montane). Per questo motivo alcuni allevatori, che preferiscono avere una maggiore quantità di latte da lavorare per aumentare la produzione dei derivati e incrementare conseguentemente gli introiti economici, non solo non curano, ma nemmeno favoriscono la continuità della razza, accoppiando le femmine con becchi di altre specie, perdendo in questo modo progressivamente la purezza genetica dei capi.
L’impegno profuso negli ultimi anni dalle comunità locali per la salvaguardia di questa popolazione inizia a dare i primi, timidi risultati, ma non è ancora sufficiente per garantire una piena ripresa della sua diffusione, tant’è che la quota attuale di capi considerati “puri” non supera le 700 unità sull’intero areale. Si prospetta quindi un danno elevatissimo sia all’economia locale (con la perdita della tipicità del latte e dei suoi derivati che diventano assimilabili a molti altri in commercio) che all’ecosistema (l’estinzione di una razza autoctona e l’abbandono progressivo dei pascoli ad essa dedicati). Questo rischio reale e contingente è rappresentato dal mutamento dei fattori che favorivano l’allevamento di una razza autoctona:
- Diminuzione degli allevamenti specializzati, legata alla scarsa opportunità di guadagno in seguito all’esigua quantità di latte prodotto
- Poco interesse da parte degli allevatori a mantenere la purezza di una razza autoctona
- Spopolamento progressivo delle zone montane del territorio, legato a difficoltà geografiche, viabilistiche, logistiche e lavorative
- Abbandono progressivo dei territori di allevamento alle pendici del ghiacciaio, ambiente ideale per la vita della razza autoctona in oggetto.
In sintesi i cambiamenti progressivi legati alla modernità hanno creato veri e propri shock sul territorio che oggi mettono a rischio uno degli elementi viventi più identificativi delle montagne locali. Qualora questo rischio non venisse affrontato, si andrebbe a perdere un patrimonio
ambientale e faunistico immenso, che per secoli ha segnato la storia di queste vallate. Ci sarebbero ricadute molto negative anche dal punto di vista occupazionale e sociale: l’estinzione della capra Bionda dell’Adamello produrrebbe la perdita dell’ingrediente principale, con cui mani esperte creano, il prodotto derivato di punta, il formaggio “fatulì”. Questo alimento è tutelato dalle comunità locali con l’apposizione del marchio Deco e con il riconoscimento di tipicità sia della rete Slow Food, sia di Regione Lombardia. La conseguenza di questo sarebbe la perdita di molti posti di lavoro legati all’allevamento e la progressiva estinzione di una occupazione tradizionale che vanta una storia secolare. Inevitabile l’ingente danno ambientale, infatti la perdita degli allevamenti porta alla scomparsa dei lotti adibiti a pascolo e l’imboschimento progressivo che porterà ad un mutamento notevole dell’ecosistema di intere zone montane presenti alle pendici del ghiacciaio.
